Brunello, 50 anni dalla fondazione del Consorzio di tutela

Montalcino immersa nei vignetiEra il 28 marzo del 1966, quando, con un Decreto del Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, al Brunello veniva riconosciuta la Doc, tra le prime in Italia.
25 lungimiranti produttori riconobbero le grandi potenzialità del Brunello e crearono un ente che tutelasse la produzione enoica del territorio, fondando il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino. A firmare l’atto costitutivo, datato 28 aprile 1967, furono Nello Baricci, Silvio Nardi, Siro Pacenti, Gino Zannoni, Lucia Perina, Milena Perina, Orazio Machetti, Elina Lisini, Dino Ciacci, Guglielmo Martini, Emilio Costanti, Sabatino Gorelli, Pieri Assunto, Manfredi Martini, Ivo Buffi, Giovanni Colombini, Rev. Don Leopoldo Celestino Bianchi, Loffredo Gaetani Lovatelli, Giuseppe Cencioni, Bramante Martini, Leopoldo Franceschi, Pier Luigi Fioravanti, Silvano Lambardi, Annunziato Franci e Ferruccio Ferretti.
Fu sempre in quell’anno che venne eletto il primo consiglio, presieduto fino al 1969 da Leopoldo Franceschi. Alla carica si succedettero Pier Luigi Fioravanti (giugno 1969- settembre 1970), Elina Lisini (settembre 1970 – dicembre 1970), Paolo Fioravanti (1970-1973), Bruno Ciatti (1974 - agosto 1982), Enzo Tiezzi (settembre 1982 – 1988), Ermanno Rosi (1988 - 1993), Sante Turone (1993 - 1995), Andrea Costanti (1995 - 1998), Baldassarre Filippo Fanti (1998 – 2007), Francesco Marone Cinzano (2007 – 2008), Patrizio Cencioni (2008 – 2010), Ezio Rivella (2010 - giugno 2012), Fabrizio Bindocci (2012 – 2016).
“Dobbiamo ringraziare i 25 coraggiosi produttori che credettero fortemente in un sogno chiamato Brunello e che insieme alle grandi famiglie del territorio diedero vita a questa realtà che ho l’onore di guidare e che è una delle più importanti nel panorama italiano ed internazionale – commenta il Presidente del Consorzio Patrizio Cencioni. Da allora abbiamo raggiunto molti traguardi importanti, frutto di una scelta strategica perseguita con coerenza nel tempo: puntare sulla ricerca dell’eccellenza attraverso l’equilibrio fra produzione e territorio”.
In questi 50 anni, forte di un successo straordinario, i numeri attorno al Brunello di Montalcino sono cresciuti in modo esponenziale. Basti pensare che nel 1968 le bottiglie prodotte erano soltanto 13.000, circa 1 milione e 450 mila nel 1986, mentre l’anno scorso sono state 9.100.000, una crescita di quasi il 70 mila per cento. Un ettaro di Brunello nel 1967, quando ce n’erano solo 115 (64 specializzati e 51 promiscui), valeva 1,8 milioni di lire (fonte WineNews); oggi, che gli ettari sono 2100, in media ne vale 500 mila euro.
Per celebrare questo importante traguardo il Consorzio ha organizzato due giornate che vedranno alternarsi a Montalcino i protagonisti della grande sfida iniziata nel 1967 e gli esperti, chiamati nella capitale del Brunello a tracciare gli scenari in cui i produttori dovranno cimentarsi per mantenere la leadership internazionale. S’inizia domani, venerdì 28 aprile alle ore 10 al Teatro degli Astrusi, con il convegno dal titolo “Il coraggio e l’orgoglio: i protagonisti del Brunello 50 anni dopo”. Protagonisti i soci fondatori insieme ad alcuni protagonisti di questa incredibile storia, tra cui Ezio Rivella e Francesca Cinelli Colombini. Chiuderà il lavori Marco Do, direttore della Comunicazione Michelin Italia, con la presentazione della Guida Michelin dedicata agli chef stellati italiani e creata apposta per l’occasione. Venerdì sera cena charity a sostegno del finanziamento di dispositivi di primo intervento e soccorso da donare ai vari presidi sul territorio montalcinese. Si prosegue sabato 29 aprile, alle ore 10 al Teatro degli Astrusi, con l’incontro “La grande sfida del Brunello: i mercati del futuro”. Il giornalista del Corriere della Sera Luciano Ferraro stimolerà il confronto tra il fondatore di Vivino Heini Zachariassen, Marcello Masi, già direttore del Tg2, il vicedirettore del TG5 Giuseppe De Filippi e il responsabile di Wine Monitor per Nomisma Denis Pantini.
Quando fu riconosciuta la DOC, nel 1966, pochi conoscevano il nome del “Brunello” e le sue qualità, fatta eccezione per gli intenditori e gli esperti. Da allora il grande rosso toscano ha conosciuta una vera e propria ascensione all’Olimpo dell’enologia internazionale, imponendosi nei giudizi dei critici così come nei gusti dei consumatori di tutto il mondo. Del Brunello ne hanno scritto in molti ed è stato protagonista delle tavole di grandi protagonisti del ‘900 e del XXI secolo, dalla Regina Elisabetta a papa Giovanni Paolo II, al Presidente Reagan.
Tra le tappe fondamentali di questo glorioso percorso il riconoscimento nel 1980 della DOCG a firma dell’allora Presidente Pertini, primo vino italiano a ottenere il prestigioso “marchio”, ma l’ultimo a uscire sul mercato a causa del suo lungo periodo di invecchiamento. Proprio per celebrare l’uscita del primo Brunello DOCG venne organizzato a Montalcino un convegno durante il quale, il 10 marzo 1985, venne stappata la prima bottiglia.
“La costituzione del Consorzio – conclude Cencioni - divenne il punto di partenza per una crescita culturale che ha fatto del Brunello e di Montalcino uno dei brand più forti e apprezzati nel modo del vino e del made in Italy e del Consorzio, e dei suoi produttori ovviamente, una realtà autorevole di riferimento nel panorama nazionale ed internazionale”.

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