“Mettiamo al primo posto la salute dei nostri lavoratori da sempre. E’ uno dei nostri beni fondanti”. A dirlo, a MontalcinoNews.com, è Gabriele Mazzi, vicepresidente di Banfi, la storica azienda di Montalcino che di recente ha ottenuto la certificazione ISO 45001, che attesta uno standard qualitativo elevato nell’ambito della sicurezza sul lavoro.
“Negli ultimi anni - racconta Mazzi - ci siamo impegnati tantissimo sul concetto del benessere organizzativo e lavorativo. Cerchiamo di garantire un luogo di lavoro in cui le persone possono avere un’evoluzione, dei desideri e possano cercare di progredire nella loro vita, bilanciando le loro esigenze personali. In questo percorso, la salute e la sicurezza, e quindi la salvaguardia della vita, sono fondamentali. In questo senso, la certificazione non è un punto di arrivo ma è la configurazione di un sistema di gestione, ovvero dire alle persone che il lavoro non è staccato dalla sicurezza, ma è parte delle loro giornate. Raggiungere questo obiettivo per Banfi è stato davvero importante, è stato voluto ed è stato raggiunto da tutta l’organizzazione”.
Recentemente Banfi ha firmato la Carta di Urbino “per il benessere della persona che lavora” nel quale l’azienda “ha trovato un’ispirazione importante - spiega Mazzi -. E’ un faro che ci guida prima dei risultati stessi del nostro prodotto”.
Per ottenere la certificazione Banfi è stata sottoposta a una verifica molto scrupolosa da parte di DNV, ente indipendente che fornisce servizi di assurance e gestione del rischio a livello globale, che ha rilasciato la certificazione dopo un iter molto lungo: “Prima abbiamo sottoscritto un accordo con l’ente - spiega Mazzi -, poi è stato nominato un auditor esterno. Ci sono due fasi, una documentale, in cui viene verificato che l’azienda abbia tutti i certificati e le autorizzazioni necessarie per operare, dall’antincendio fino alla parte sanitaria. Viene poi controllato che ci sia un datore di lavoro della sicurezza con una struttura organizzativa. La seconda fase è una verifica delle attività primarie, con l’auditor che, passeggiando all’interno dell’azienda, verifica che siano rispettati i blocchi di sicurezza delle macchine, parla con gli operai, intervista le persone cercando di scovare se c’è davvero attenzione o no alla sicurezza o se è solo su carta”.
Banfi ha superato la verifica con successo. “La certificazione - prosegue Mazzi - può portarsi dietro o la non conformità o le osservazioni, noi abbiamo ottenuto solo le osservazioni. Nel tempo ci sarà una nuova verifica, di solito annuale, ma noi abbiamo chiesto che sia semestrale, in maniera tale di estendere e fare controlli particolari anche in altre fasi della lavorazione”.