Un’avventura tra i motori e le dune del deserto dell’Arabia Saudita: è quella vissuta dal pilota nativo di San Giovanni d’Asso Matteo Lardori, che dal 3 al 17 gennaio ha partecipato, in qualità di navigatore e di meccanico, alla Dakar 2025, in coppia con il pilota Stefano Marrini.
“Curo le macchine con cui corre Stefano - racconta Lardori a MontalcinoNews.com -. Lui aveva sempre corso la Dakar ma non l’aveva mai conclusa. Ha sempre detto che per fare questo tipo di gare serve il meccanico in macchina e quindi, quasi per scherzo, mi ha chiesto di correrla insieme a lui. Da lì è nato tutto questo progetto. Partecipare è un’esperienza indescrivibile. La guardavo da bambino in televisione, è stato un sogno che si è avverato”.
Correre nel deserto non affatto semplice, è uno sforzo sotto ogni punto di vista. “Ti mette a dura prova - racconta Lardori -, ti massacra mentalmente e fisicamente, è veramente tosta. Massacra anche il mezzo. Ho fatto anche assistenza da solo. Non solo correvamo tutto il giorno, ma la sera dovevo mettermi a preparare la macchina per il giorno dopo. Sapevo che era difficile, ma non così dura. Il bivacco è in mezzo al deserto, sei immerso nella sabbia, dormi in tenda per venti giorni. Non hai un attimo di tregua. Ti fai la doccia e dopo un secondo hai di nuovo la sabbia fino alle ginocchia. Sono condizioni estreme, sia di gara che come vivi nel paddock. Mi è capitato di dormire in un tendone insieme a trecento persone”.
Lardori è riuscito anche a portare a termine la corsa, un’impresa non da poco, viste le condizioni di partenza. “E’ un grossissimo traguardo - afferma il pilota -. La gara è una, ma ci sono due gruppi all’interno della competizione, chi lotta per vincere e chi cerca di arrivare fino in fondo. Chi corre per vincere ha tutto un team di meccanici dietro, per noi non era così. Avevamo poche possibilità di finire la gara, non avevamo camion di assistenza o meccanici. Era quasi impossibile, ma siamo riusciti ad arrivare fino in fondo e questa è stata una grossissima soddisfazione. Stefano ne aveva fatte sei ed è riuscito ad arrivare in fondo solo stavolta. Per me è un triplo orgoglio, perché partivamo svantaggiati ed era la mia prima Dakar, ma sono arrivato alla fine”.
Lardori potrà pensare ai programmi per il futuro, prima però gli spetta un po’ di meritato riposo. “Adesso ho solo voglia di tornare a casa e staccare tutto - spiega -. Ho fatto pochissime ore di sonno, ho dormito tre o quattro ore a notte. Facevamo 400 o 800 chilometri in un giorno. Era un massacro e fino alla fine andava sempre peggio. Ora voglio recuperare. L’anno prossimo non credo sarà con Stefano, ma tra qualche anno mi piacerebbe tantissimo tornare a fare la Dakar. Magari non come impegno fisso, ma è una cosa bella. Continuerò nel 2025 con le corse in salita, non abbandonerò il campionato italiano. Vediamo in futuro cosa succederà”.
Guarda la fotogallery: