Un artista di fama internazionale, che, con le sue opere, ha incantato le gallerie d’arte di tutto il mondo, dall’Europa all’Asia, suo continente di nascita, grazie alla sua tecnica, caratterizzata dall’uso di diversi materiali, oltre a essere famoso per aver teorizzato il “Pensiero Magmatico”, e che, da ormai 40 anni, vive in Italia, tra Roma, Fabro, in Umbria, dove ha sede la Fondazione (presieduta dall’artista e con direttrice la moglie Camilla Cionini Visani), e Montalcino, dove risiede “buen retiro”: è il ritratto di Bizhan Bassiri, artista iraniano che, a partire dal 30 gennaio e fino al prossimo 22 marzo, è protagonista alla prestigiosa Building Gallery di Milano, con la mostra “Bizhan Bassiri. Creazione”, curata da uno dei più importanti critici d’arte italiani Bruno Corà.
Nato a Teheran nel 1954, dopo aver compiuto gli studi all’Accademia di Belle Arti di quella città alla scuola di Toti Scialoja tra il 1976 e il 1980, comincia ad esporre le sue opere nel 1981 partecipando, negli anni, a mostre personali e collettive nei principali musei e nelle più importanti istituzioni culturali d’Europa, dall’Austria al Belgio, dalla Danimarca alla Francia, passando anche per la Bosnia Erzegovina e la Turchia. Bassiri, nel corso degli anni 80’, si distingue, nel panorama artistico e culturale dell’epoca, per l’ideazione del “Pensiero Magmatico”, un’esperienza pittorico-plastica che coniuga fondamenti e proposizioni innovative dell’arte occidentale e orientale, costruendo un proprio lessico originale di ampia risonanza poetica, e arrivando anche alla pubblicazione di un Manifesto sull’argomento, nel 1986.
Negli anni, ha costruito un solido percorso artistico, anche grazie a incontri e confronti con i suoi più importanti colleghi italiani e internazionali, come Jannis Kounellis, Alighiero Boetti, Franz West, Giuseppe Chiari, Giovanni Anselmo, Per Kirkeby, Joseph Kosuth, Enrico Castellani e tanti altri ancora. Così come sono numerosi i luoghi di prestigio, in tutta la penisola italiana, in cui sono state esposte le sue opere, come il Museo Archeologico Nazionale di Napoli; Villa Medici a Roma; la Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia; la Sala dei Cinquecento a Palazzo Vecchio a Firenze; Macro Testaccio, sempre a Roma; la Galleria Internazionale d’Arte Moderna Ca’ Pesaro a Venezia (dove fu esposta la mostra personale “Meteorite Narvalo”) e la Building Gallery di Milano, dove aveva già partecipato a un’esposizione collettiva nel 2022. Densa di eventi e appuntamenti anche la sua attività negli ultimi anni, con le mostre “La Veglia”, presentata nel 2018 al Polo Museale Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo, e “Il Nottambulo”, esposta nel 2019 nella sua città natale, Teheran. Ma uno dei riconoscimenti più importanti lo ha ottenuto nel 2017, quando è stato invitato, in qualità di unico rappresentante iraniano, alla Biennale di Venezia con la mostra “Tapesh, The Golden Reserve of Magmatic Thought”.
Bassiri, adesso, con questa prima expo personale a Milano, vuole evidenziare la maturità linguistica della sua arte. Sviluppata su tre piani espositivi della galleria, la mostra trasporta il visitatore in una dimensione ancestrale e senza tempo, in cui le opere, che sembrano emergere da un universo magmatico, per l’appunto, prendono forma di volta in volta in sculture, dipinti e disegni contraddistinti da specifici materiali e cromie. Dalla dominante rossa del piano terra, passando per il pigmento blu impiegato nelle opere del primo piano, fino a giungere all’oscurità nera del secondo piano. “Creazione” è un paradigma di morfologie fondamentali dell’artista, con diversi cicli delle sue opere presentate all’interno della mostra, tra cui gli “Specchi Solari”, le “Particelle della Tempesta”, le “Erme”, e i disegni “Inchinato Pennino” (realizzati dall’artista nel primo lockdown): in ciascuno di questi disegni emerge un microcosmo poetico animato da luci crepuscolari, buchi neri, tremolii della terra e bestie che si scatenano all’orizzonte. Nel complesso, quindi, “Bizhan Bassiri. Creazione”, concepita dall’artista in stretta relazione con l’architettura della galleria, rientra tra i progetti artistici più significativi degli ultimi anni.
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