Un’indagine sulla differenziazione regionale dell’enoturismo italiano su un campione rappresentativo di cantine socie del Movimento Turismo del Vino: è l’analisi presentata a Vinitaly dal Ceseo dell’Università Lumsa insieme al Movimento Turismo del Vino, che ha mostrato come l’accoglienza in cantina si moduli in base alle caratteristiche culturali e paesaggistiche di ogni territorio valorizzando le differenze delle varie aree italiane.
“Le differenze emerse vanno intese come risorse utili alla completezza dell’offerta – ha sottolineato Violante Gardini Cinelli Colombini, presidente del Movimento Turismo del Vino - in risposta al bisogno di scoprire le nuove esigenze e curiosità dell’enoturista contemporaneo, integrandole con le esigenze delle famiglie, degli sportivi, di chi ricerca un soggiorno rilassante o di chi semplicemente si approccia per la prima volta al mondo del vino. La differenziazione risulta sempre di più un tema chiave per lo sviluppo del settore e proprio in quest’ottica l’edizione 2025 di Cantine Aperte sarà la grande vetrina delle nuove proposte ideate dai produttori”.
Dal punto di vista globale la crescita è positiva per numero e tipologia delle esperienze proposte dalle cantine MTV accanto a quelle standard, come la visita guidata nei luoghi di produzione (proposta dal 95% del campione) e l’abbinamento con prodotti locali (87%). A fronte di un’offerta variegata i prezzi delle esperienze” standard” sono molto simili tra le varie regioni (media di 20-25 euro), mentre risultano più eterogenei quelli dell’offerta premium con picchi di 170 euro in Toscana e 150 in Umbria. La proposta destinata al pubblico più esigente è più presente al Centro (57% delle cantine) e sorprendentemente molto scarsa nel Nord Ovest (39%), mentre nel Nord Est si concentra in Friuli-Venezia Giulia.
Nel dettaglio il Centro Italia è decisamente più avanti per quanto concerne le attività formative (offerte dal 42% delle cantine) a fronte di un Nord Ovest dove la percentuale scende al 33%. Come già anticipato per il Sud, anche le cantine del Centro dedicano particolare attenzione alla valorizzazione dei prodotti locali durante la degustazione (54%), mentre è il Nord Est ad amare meno questa proposta con solo il 20% di cantine che la praticano. Cresce inoltre il numero di eventi organizzati in cantina (82% del campione) e quello delle attività culturali (57%).
Al Centro le cantine puntano sul proprio paesaggio, Accanto a queste principali evidenze crescono le proposte esperienziali soprattutto nel meridione e nelle isole che offrono almeno 4 iniziative legate all’intrattenimento e i pic-nic in vigna soprattutto nelle regioni del centro. D’altro canto le cantine del settentrione sono le più disponibili in termini di aperture nel weekend, mentre la situazione è decisamente diversa al centro e al sud dove 2 cantine su 3 sono chiuse la domenica. L’apertura nel weekend risulta essere quindi troppo scarsa e in controtendenza rispetto a flussi concentrati nei giorni festivi.
Un dato sorprendente riguarda il Meridione, in testa per presenza online, sottolineando il forte orientamento al digitale anche in aziende di carattere tradizionale e ciò si traduce nel crescente bisogno di figure professionali formate in questo ambito. Problema questo che appare il più urgente da affrontare a livello nazionale perché, a fronte di una presenza plebiscitaria con siti e social media la conversione è bassa (una media di 1000 accessi al sito) così come la mancata raccolta di contatti utili impedendo di fatto il decollo di wine club (presente solo nel 13% delle cantine).