“È una questione di serietà, che fa parte della nostra storia: quando l’annata climaticamente va male, noi il Brunello non lo facciamo. E, quindi, tutte le uve che avevamo selezionato per produrre Brunello di Montalcino verranno usate per produrre il Rosso di Montalcino”. Così, a WineNews, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere, Jacopo Biondi Santi - alla guida della cantina, Tenuta Greppo, dove, nell’Ottocento, è nato uno dei vini più celebrati al mondo, grazie al genio di Clemente Santi - spiega la scelta di non produrre né Riserva né Brunello 2014. Una scelta difficile, dettata dalla complessità climatica che ha caratterizzato l’ultima vendemmia. Ma anche una decisione coraggiosa ma che si muove sulle orme tracciate dai suoi predecessori: declassare il Brunello a Rosso nelle annate peggiori è una buona pratica agricola che fa parte della storia della Tenuta il Greppo e della famiglia, già replicata in passato, quando ritenuto opportuno. Una scelta, ovviamente, che non può essere presa a cuor leggero, anche dal punto di vista economico, e per questo tanto più coerente e coraggiosa: basti pensare alle quotazioni della sola Riserva, che, secondo le quotazioni del sito n. 1 al mondo per la ricerca di prezzi ed etichette, “Wine-Searcher”, si trova sugli scaffali del pianeta a 561 dollari a bottiglia (ed etichetta italiana che raggiunge il prezzo massimo sul mercato, a ben 45.177 dollari a bottiglia). Grandissime aspettative, invece, per il Brunello di Montalcino Biondi Santi Tenuta il Greppo 2010 che esce sul mercato quest’anno, e per la Riserva che arriverà il prossimo: “vini magnifici abbiamo fatto insieme a mio padre Franco”, aggiunge Jacopo a WineNews. Perché quando il clima lo consente, chi ha nel Dna le buone pratiche agricole ed enologiche riesce a fare dei veri capolavori. Ma sa anche capire quando è meglio fare un passo indietro.
dati a cura di 3BMeteo
14 febbraio 2025 17:30