Addio a Sergio Marchionne. L’Italia, e non solo, piange la scomparsa del manager italo-canadese che ha fatto la storia della Fiat, rivoluzionandola completamente, degli ultimi anni. Marchionne, uomo colto e di buone letture, era un grande appassionato di vino. E qui inizia una storia speciale con Montalcino. “Non ero mai riuscito a bere vino, ho incominciato a farlo a 43 anni col Brunello che mi ha strutturalmente corrotto”. Parole, quelle di Marchionne, di grande stima per il prodotto simbolo della nostra città che il manager visitò in occasione di Benvenuto Brunello 2008. Fu l’anno della realizzazione della tradizionale formella celebrativa della vendemmia 2007 disegnata da Roberto Giolito, designer del Centro Stile Fiat. E anche in quell’occasione (era il periodo in cui la Fiat stava gettando le basi per il suo futuro) dalla bocca di Sergio Marchionne uscirono parole al miele per il Brunello di Montalcino: “Il lavoro che sta facendo la Fiat può soltanto aspirare a ricevere il tipo di riconoscimento che il Brunello ha avuto in tutto il mondo. Io ho fatto gran parte della mia carriera all’estero e se c’è una cosa che è conosciuta da tutti è il Brunello per la sua qualità di eccellenza, un’icona che rappresenta l’Italia. Ci accomuna la capacità del nostro Paese di produrre cose che sono veramente eccellenti”. All’epoca il presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino era il conte Francesco Marone Cinzano che ricorda così l’arrivo a Montalcino di Sergio Marchionne: “accettò con entusiasmo di venire da noi - dice il proprietario di Col d’Orcia alla Montalcinonews - anche perché era un grande appassionato di Brunello. Ci tenne a venire. Arrivò in elicottero ed è stato un privilegio, per Montalcino e i produttori, averlo avuto con noi a Benvenuto Brunello”.
dati a cura di 3BMeteo
6 giugno 2025 19:00