Nell’election day (che si è chiuso, da poco, nel Convento di Sant’Agostino) del Consorzio del Brunello, il più eletto è stato Bernardino Sani (Argiano), seguito da Fabio Ratto (Antinori - Pian delle Vigne) e Alessandro Brigidi (Casanuova delle Cerbaie). Entrano nel cda anche gli ex presidenti Andrea Costanti e Fabrizio Bindocci.
Ecco i 15 eletti nel CdA degli oltre 180 produttori-imbottigliatori-vinificatori (grandissima affluenza alle urne, la quasi totalità, una quota pari all’85% dei soci):
Imbottigliatori (11)
Bernardino Sani (Argiano)
Fabio Ratto (Antinori - Pian delle Vigne)
Alessandro Brigidi (Casanuova delle Cerbaie)
Fabrizio Bindocci (Il Poggione)
Ermanno Morlacchetti (Castelgiocondo)
Giovanni Neri (Casanova di Neri)
Alex Bianchini (Ciacci Piccolomini d’Aragona)
Cristina Mariani-May (Banfi)
Adriano Rubegni (Podere La Vigna)
Andrea Costanti (Costanti)
Alessandra Angelini (Caparzo)
Produttori (2)
Giacomo Bartolommei (Caprili)
Andrea Cortonesi (Uccelliera)
Vinificatori (2)
Angelo Zannoni (La Fortuna)
Maurizio Bogoni (Tenute Ruffino)
Risultano, quindi, non eletti: Nicholas Ciacci (Mocali), Amedeo Cencioni (La Capanna), Riccardo Campinoti (Le Ragnaie), Andrea Polidoro (Cupano), Stefano Capurso (Dievole - Alejandro Bulgheroni Family Vineyards), Silvia Giani (Cantina di Montalcino), Giampiero Bertolini (Greppo Biondi Santi), Pier Giuseppe D’Alessandro (Poggio Antico), Giancarlo Pacenti (Siro Pacenti), Luca Fanti (La Palazzetta), Fabian Schwarz (La Magia), Roberto Giannelli (San Filippo), Matteo Marenda (Sesta di Sopra), Mario Valgimigli (Poggio degli Ulivi), Lorenzo Magnelli (Le Chiuse), Giuseppe Di Gioia (Collemassari), Fiamma Tassi (Tassi), Valeria Vittori (Molino di Sant’Antimo), Nicola Giannetti (Tenuta Col d’Orcia), Ferruccio Ricci (Capanne Ricci), Francesco Ripaccioli (Canalicchio di Sopra), Violante Gardini Cinelli Colombini (Donatella Cinelli Colombini - Azienda Agricola).
43 erano i candidati per i 15 posti del CdA del Consorzio (divisi tra produttori, con 2 posti, imbottigliatori, con 11 posti, e vinificatori, con 2 posti), ma, all’ultimo minuto, si sono ritirati in 6. 37 sono stati, quindi, i candidati alla corsa nel CdA del Consorzio del Brunello: si sono ritirati, quindi, Maria Allegrini (Poggio San Polo), Silvia Ghezzi (Camigliano), Stefano Cinelli Colombini (Fattoria dei Barbi), Luciano Ciolfi (Sanlorenzo), Filippo Bellini (Tenuta Buon Tempo) e Fabiano Ciacci (Il Valentiano).
Nell’assemblea di oggi è stato anche approvato il bilancio del Consorzio, ultimo atto della presidenza di Fabrizio Bindocci, che si è ricandidato ed è rientrato nel consiglio di amministrazione dell’importante organo di governance della denominazione di Montalcino. Bindocci, che, comunque, non è ricandidabile, da statuto, alla carica di presidente.
Il numero di candidati è stato, comunque, uno dei più alti della storia del Consorzio del Brunello, che, anche se è uno dei simboli dell’enologia italiana nel mondo, deve essere coeso e guardare al futuro per affrontare al meglio le sfide di una competizione mondiale sempre più difficile, per mille fattori di mercato, di immagine, di comunicazione e e per costruire al meglio una sana filiera del valore delle produzioni del territorio di Montalcino. Un aspetto, quelle delle tante candidature, molto importante, che segna sicuramente un forte interesse per un rilancio di un lavoro per il “bene comune” di un distretto come quello del Brunello e di Montalcino. Una voglia di fare positiva che si innesta in un momento non facile di mercato per nessun territorio italiano o mondiale del vino.
La qualità di molte delle candidature sembra andare verso un lavoro indirizzato per il bene comune del territorio, in una logica di apertura al futuro, ad una naturale sinergia tra imprenditori di cantine storiche, di realtà più giovani, e di aziende create da realtà di altri territori del vino o di altri mondi economici, guardando al futuro in una logica collaborativa, di squadra, di politiche comuni nell’interesse superiore del Brunello e del territorio di Montalcino, origine del successo del vino e di cui ormai è identità. Le imprese di Montalcino dovranno, quindi, cercare di mettere le loro migliori energie al servizio di un territorio che ne ha bisogno, perchè il futuro, anche di un grande e famoso territorio, si costruisce insieme, ed anche perchè il momento economico e geopolitico del mondo, dove vanno i 13 milioni di bottiglie di Brunello e le 5 milioni di Rosso, è in continuo addivenire, e servono visioni nuove, contemporanee e sorrette da esperienza, professionalità, autorevolezza, fatte di identità locale ma anche conoscenza internazionale di eventi, trend, politiche di marketing e di immagine, percorsi …
Un segnale politico-economico importante, bello, auspicabile e atteso, di apertura al lavoro per e nel territorio da parte di tanti imprenditori, molti dei quali, con le loro aziende, rappresentano dei veri ed autentici pezzi del made in Italy, fatto a Montalcino. Professionisti che sono esperti dei mercati del mondo, e che hanno la capacità di collaborare, con mente aperta e propositiva. Per un sistema, quello del Brunello di Montalcino, che, per il suo ulteriore sviluppo futuro, dovrà passare per un rafforzamento della filiera del valore, cercando sempre di più azioni sinergiche e di integrazione con il territorio, con l’obiettivo di lavorare, con professionalità, per il bene comune del tessuto imprenditoriale e sociale di Montalcino, facendo veramente sistema, con un’attenzione particolare alla cura e all’accoglienza di turisti, eno-appassionati e collezionisti, fondamentali per il successo del Brunello di Montalcino, ma anche lavorando per la valorizzazione della biodiversità del territorio di Montalcino, non solo sul piano vinicolo, dunque, ma anche sul piano agricolo più generale. Ed investendo di più nella tutela delle identità locali, e anche di chi vive e lavora quotidianamente a Montalcino, che vuol dire perseguire strade non di omologazione rispetto ad altri territori, incentivando un tessuto economico di attività con un offerta non solo, o non troppo, pensata per il solo turismo e legata esclusivamente al vino e alla ristorazione, ma differenziarsi sulla base delle caratteristiche uniche e peculiari che Montalcino ha in fatto di arte, storia, natura, tradizioni, magari coniugando tutto questo con modernità, rispetto, decoro, contemporaneità, innovazione, portando il “genius loci” del territorio nel futuro e nel mondo.
Per elezione del presidente, poi, si dovrà aspettare 15-20 giorni (fine maggio/primi giugno): la situazione creata dalle elezioni è davvero molto frammentata; anche se il presidente è adesso difficile da ipotizzare. Tra gli imprenditori nel CdA ci sono, comunque, tante persone di comprovata esperienza, professionalità, conoscenza dei mercati e del territorio di Montalcino, anche se al momento è veramente troppo presto per far nomi. Una presenza di candidati così importante, e di ottimo spessore, ha dimostrato, in ogni caso, che c’è un rinnovato impegno verso un organo fondamentale per il governo dell’economia del Brunello e di Montalcino, per l’attività che manda avanti tutto il distretto. La decisione del CdA del Consorzio del Brunello arriverà, comunque, entro poco tempo. I giochi iniziano adesso. Non rimane che attendere, in un quadro di incertezza … Presidente cercasi !