Brunello “capolavoro” delle tavole di tutto il mondo

Credete nel Brunello? Se sì, “Benvenuto Brunello” è il marketplace internazionale che fa per voi: bicchiere e taccuino alla mano, agenti e ristoratori, arrivati a Montalcino da ogni parte dello Stivale, e del mondo, oggi, qui, hanno trovato un “luogo” in cui incrociare due facce della stessa medaglia per un business anticrisi, targato wine & food, su scala globale. E così il “lunedì” dedicato agli operatori della ristorazione ha aperto le porte a chef più o meno blasonati, cuochi provetti, sommelier, ed enoteche, che, tutti insieme, coprono l’ampio arco del gusto: dell’enogastronomia ricercata e raffinata, fino i palati più diretti che preferiscono i sapori e i profumi “semplici”. Ecco le tante sfumature del Brunello a tavola: “qualità sopraffine per molti, mentre alcuni sono ancora in fase di affinamento, un 2009 che vedrà emergere alcune singole etichette” secondo Enrico Loddo (Ristorante Sovranu, Oristano), giudizi che arrivano da ristoratori “neofiti” di “Benvenuto Brunello” o habitué come Roberto Pilat (Ristorante da Tullio, Arfanta, Treviso), che partecipa per il terzo anno consecutivo perché “è una bellissima manifestazione che offre una panoramica di vini ideali per abbinamenti con i miei piatti di terra, a base di carne, anche se la mia cucina è incentrata sulla tradizione veneta”. “Una manifestazione da riproporre anche in altre città e in altri ambiti per aumentarne le potenzialità” secondo Matteo Crudeli (Ristorante Canuleia, Lucca) anche se come sottolinea Alessandro Baccheschi (Ristorante Tre Cristi, Siena) “è già uno dei vini più apprezzati e conosciuti nel mondo”. E dei nuovi nati a Montalcino Emilio Zanola, dell’osteria Castello di Serle (Brescia), vincitore del premio “Leccio d’Oro” 2006, dice “buona intensità, colore che deve svilupparsi, concordo con le 4 stelle assegnate all’annata 2009”. Un’annata che piace anche al proprietario di uno dei più noti ristoranti del quartiere emergente di Nyboder, a Copenaghen, una stella Michelin, Sammy Shafi che spiega: “un vino che sta mostrando un grande potenziale che cambia da cantina a cantina”.