Il paesaggio della Toscana ha una nuova “Carta”: dopo mesi di polemiche e giorni politicamente infuocati, che hanno diviso le forze politiche e spaccato il Pd, partito di maggioranza in Regione, venerdì sera con 32 voti a favore e 15 contrari, il consiglio regionale ha approvato il Piano di Indirizzo Territoriale che ha fatto discutere e tremare molte delle categorie produttive della Toscana.
E stata un’approvazione faticosa che forse continua a scontentare chi con il paesaggio lavora e produce. È sulle pagine del Corriere Fiorentino di oggi che si legge una lettera aperta di Stefano Cinelli Colombini, produttore di Brunello e proprietario della storica cantina Fattoria dei Barbi che, per conto del Consorzio del Brunello ha seguito tutte le varie fasi della stesura delle modifiche alla norma, nella quale il produttore chiarisce la posizione degli agricoltori toscani. “Gli “interessi economici” non possono mai essere ritenuti secondari rispetto al paesaggio perché, parafrasando un celebre detto marxista, se un uomo muore di fame non ha modo di apprezzare una bella collina. E non è per niente “sociale” privarlo dei mezzi di sostentamento per salvaguardare un ideale estetico. Ambiente e paesaggio vanno difesi, e su questo noi agricoltori siamo assolutamente d’accordo, ma l’interesse primario di chi governa deve essere la vita e il benessere delle comunità. Va trovata una sintesi intelligente, anche perché noi toscani viviamo tutti della bellezza che ci circonda. Va riconosciuto al presidente Rossi che molto è stato fatto, ma il testo era troppo lungo e intricato per poterlo rivedere completamente. Come se ne esce? Ora c’è un Piano pletorico, migliaia e migliaia di pagine molto letterarie la cui applicazione sarà un incubo per i 280 Comuni toscani. Nessuno vuole contestare gli obiettivi di tutela del Piano, ma evitiamo l’eterogenesi dei fini. Quella norma è nata per essere un manifesto di intenti, e tale è. Poi occorre un chiarimento ufficiale che spieghi come andrà applicato, tenendo conto delle esigenze sociali e (di conseguenza) economiche. Perché la tutela non si fa con norme lunghe e complesse, ma con poche regole chiare, condivise e monitorate”.
dati a cura di 3BMeteo
11 maggio 2024 15:00