Si chiama “Robotmanina” e rappresenta un modo nuovo, originale e “didattico” di avvicinare i più giovani alla tecnologia introducendo, attraverso il lavoro delle proprie mani che interagiscono con macchine create per lavorare al posto dell’uomo o aiutarlo. Tutto questo nasce e si sviluppa nelle scuole dell’infanzia e primaria di Torrenieri dove gli insegnanti hanno ideato, seguendo un nuovo filone didattico che prevede l’inserimento della robotica nelle scuole, un progetto che coinvolge i ragazzi ed il Dipartimento di Ingegneria dell’informazione e scienze matematiche dell’Università degli studi di Siena.
E mercoledì 13, dopo diverse lezioni tra i banchi, è giunto il momento di fare pratica proprio con mani robotiche ed altri ingegnosi ricavati della tecnologia di avanguardia.
“Il titolo che abbiamo dato al progetto - spiega il professor Prattichizzo - “Robotmanina, mani per fare, fare le mani” dice tutto sul ruolo vitale della mano sia in natura che in robotica e grazie all’approccio ludico che i bambini hanno avuto con l’argomento, abbiamo avuto la dimostrazione di come la robotica e le più moderne tecnologie possano facilitare il processo di apprendimento nei bambini e nei ragazzi”.
È stata spiegata l’importanza nell’uomo dell’apparato muscolare e dell’energia per compiere qualunque movimento così come è fondamentale il motore e l’energia elettrica nella mano robotica. Di particolare interesse sono stati i giochi realizzati a gruppi che hanno permesso ai piccoli di interagire con la mano robotica e la spiegazione dell’importanza del pollice per la presa sia umana e ovviamente quella robotica.
“Chiaramente l’approccio alle nuove tecnologie - spiega in dirigente scolastico Francesco Pellegrini - è fondamentale per i ragazzi e per la scuola. Qui si tratta di una esperienza che va al di là di ciò che di consueto si fa tra i banchi di scuola. Un progetto che siamo riusciti a portare avanti grazie all’impegno ed alla volontà delle insegnanti della scuola di Torrenieri e alla disponibilità dell’ateneo senese ed in particolare del professor Prattichizzo che ringrazio. Spero che questa esperienza innovativa e all’avanguardia non rimanga una esperienza di un solo incontro ma che possa continuare anche il prossimo anno per avvicinare in nostri ragazzi alla tecnologia anche nelle sue forme più avanzate, tecnologie che possono avere una ricaduta sull’insegnamento e l’attività didattica”.
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