“E’ un mercato che non possiamo e non dobbiamo abbandonare, anche perché i nostri prodotti sono tutti di alta qualità e difficilmente chi li vuole vi rinuncia. Un Brunello di Montalcino, un Amarone, anche se costano un dollaro in più lo comprano. La preoccupazione di una guerra commerciale porta tutti quanti coloro che operano nel mondo dell’economia a invitare gli americani a fare attenzione, perché una guerra commerciale provoca danni a tutti, all’America, ma anche agli altri paesi”. Ad affermarlo è il ministero degli esteri Antonio Tajani, nel corso di un intervento a Start Sky Tg24, ripreso dall’agenzia di stampa Adnkronos, in relazione alla questione dei dazi, citando proprio il Brunello di Montalcino, uno dei simboli dell’export di vino del Belpaese verso Washington.
“Bisogna continuare a discutere con gli americani - ha affermato anche Tajani -, per capire quali sono le loro richieste. Io credo che giustamente loro parlino di una bilancia commerciale che è a favore dell’Europa e non degli Stati Uniti, ed è a favore dell’Italia anche in alcuni casi. Si può anche investire di più negli Stati Uniti, noi siamo un paese a vocazione industriale, 4 milioni di piccole e medie di imprese, siamo la seconda manifattura europea, siamo la quinta potenza commerciale mondiale, internazionalizzare le nostre imprese è parte del nostro Dna, quindi andare a investire di più negli Stati Uniti è parte di una strategia italiana per la crescita difficilmente chi li vuole vi rinuncia. I segnali che sono arrivati l’altro giorno con l’accordo con i canadesi e quello con i britannici lasciano ben sperare. Io voglio essere sempre ottimista, ora però bisogna lavorare e trattare bene con gli americani. Fermo restando che comunque anche Vance ieri ha detto che Europa e Stati Uniti sono realtà che sono inscindibili fra di loro. Quindi qualche messaggio più positivo nella direzione di un rapporto non negativo con l’Europa stanno arrivando. E l’Italia può giocare una partita importante per le buone relazioni che ha il governo con la nuova amministrazione. Fare da ponte con l’Europa, non giocare una partita solitaria. Tant’è che la visita di Meloni negli Stati Uniti è stata preparata anche con una telefonata, una lunga telefonata, con la Von der Leyen e, dopo, ha riparlato con la Von der Leyen. Quindi, come italiani, non giochiamo isolati: abbiamo dei buoni rapporti, ma siamo parte dell’Europa e vogliamo continuare a lavorare come Europa”.